Sorrentino 2024 film
Partenophe
Mi chiamo Domenico Serra e mi occupo di marketing e comunicazione digitale, sono fotografo street view di google, le mie passioni scrittura e cinema.
Difficile comprendere la natura olimpica dell’opera sorrentiniana. La bellezza di Partenophe colpisce tutti, perfino il fratello Raimondo. Arriva il primo segnale. I suoi soffi.
Nel paradigma greco si svela il primo vero tranello, questo film racconta un messaggio distopico: Raimondo è Eolo, l’uomo che si sacrifica per dare spazio alla direzione dei venti. E chi potrebbe essere Sandrino? Aita, attore sontuoso, potrebbe essere il riflesso della bellezza, lo specchio di Partenophe: il figlio di Cefiso, Narciso. Cosa mi porta in una considerazione epica del film? La seconda chiave. Tritone, fatto di acqua e sale. Venne rapito da Ulisse, che lo scelse probabilmente per sostituire il figlio immaginato, o forse perché finito il suo tempo terreno. Perché Devoto Marotta dovrebbe essere Ulisse? Perché l’unico interprete che riesce a resistere al fascino di partenophe, sia nel film che nelle opere di Omero. John Cheever, lo scrittore che racconta il futuro di quello che accade, dichiara i suoi gusti, il suo dolore, la sofferenza per un amore distrutto, il viaggio che percorre, sembra intrecciarsi temporalmente con il futuro di Partenophe è forse Apollo.
La versione di Lanzetta, in uno splendido tesorone, ci porta al terzo momento, l’ex sindaco di Napoli, Achille Lauro, ormai anziano e quasi cieco, accoglie nella già vista villa, Tesorone e Partenophe, quella scena, di interazione con donne e persone dai volti asimmetrici, è interrotta dalla terza chiave del film:” un personaggio secondario attraversa l’ingresso, va verso una stanza, ripetendo tre volte la parola mamma; questo mi porta a ridisegnare nella mia mente l’idea che stiamo parlando di un sogno. Il vescovo, che simboleggia la chiesa corrotta, potrebbe essere Pluto.
Ci sono moltissimi personaggi incredibili, aldilà di quella che può essere interpretazione personale di un film quello che è meraviglioso è la capacità di Sorrentino di dare una incapacità univoca e asettica. Paolo Sorrentino ha creato un film dalle mille interpretazioni, un film che è capace di essere ciò che puoi. Ho visto l’Olimpo, la tragedia greca il simbolo di una Partenope che cerca di essere la dimensione della sua città. Ho visto Greta Tumba che probabilmente è il suo rifiuto di vita a Napoli in quella versione di se stesso che odia Napoli. In quel personaggio lei cerca confronto con Partenope chiedendole però di togliersi la pelliccia prima di farlo. Il rapporto sessuale tra due ragazzini che uniscono due famiglie camorristiche anche quello è un momento che sembra toccare le corde di Partenope che poi accetta quel mondo e da quel mondo cerca di uscirne. Entra nella camorra, l’assaggia sceglie il camorrista, il camorrista la mette incinta e lei partorisce e in quel dolore decide nel quarto punto fondamentale del film di abortire e di fuggire da Napoli; quindi la chiave della vita è un film che dura sei minuti, nel film realmente c’è forse solo Stefania Sandrelli racconta com’è possibile cercare di vivere umanamente per un napoletano solo lontano da Napoli; tutto questo porterà alla consacrazione ai David Vermiglio, film scelto per i pre Oscar, super mediocre. Forse fra vent’anni ci renderemo conto di aver visto l’opera più bella dopo 8e1/2 di Fellini
Domenico Serra
Non smetteredi sognare
Monarch
vulputate in donec tempor ultricies venenatis
Bloom
vulputate in donec tempor ultricies venenatis
Work With Us
Contact Us
Studio
1234 Divi St. #1000,
San Francisco, CA 94220